Gli obiettivi

Printer-friendly versionPrinter-friendly version

Obiettivo dell'ENBaCH è da un lato elaborare un modello basato su una pluralità di approcci per favorire la conoscenza del patrimonio culturale dell'età barocca europea; dall'altro mettere a punto strategie innovative per migliorare e diffondere una consapevolezza storica fra gli studiosi, ma ancora di più fra gli insegnanti e gli allievi delle scuole, tra i funzionari pubblici, nel mondo economico e politico, presso il grande pubblico.

Questi intenti nascono dalla convinzione che nel corso del XVII secolo gli scambi commerciali, la circolazione di studiosi, artisti, artigiani e un sistema di posta regolare abbiano unificato lo spazio europeo nel suo insieme, e le novità sorte nelle regioni centrali si siano potute diffondere nelle zone periferiche. A loro volta, i contesti locali non hanno semplicemente accettato o rifiutato gli elementi di novità, ma hanno risposto in modo attivo, utilizzando questi materiali per creare proprie  configurazioni originali e creando, tramite un processo di differenziazione, degli stili locali innovativi. L'assimilazione e la differenziazione sono stati dunque i due poli estremi in una storia di incontri molteplici, di scambi, di rivalità e di collaborazioni. E il patrimonio culturale dell'Europa di oggi rappresenta il prodotto finale di questi processi.

L'ENBaCH si propone dunque di analizzare la genesi dei fenomeni sociali e culturali all'interno di un dato contesto e la loro disseminazione in diverse aree geografiche e politiche dell'Europa, insieme con i processi di adattamento/trasformazione da essi subiti.

La ricerca si soffermerà anche sull'impatto che hanno avuto la circolazione di manufatti, di; idee, paradigmi, modelli sulla vita quotidiana, allo scopo di ricostruire una storia degli europei e non soltanto una storia dell'Europa. I modi di vivere condivisi, i comuni ambienti sociali - e qualche volta anche gli ambienti geografici -, i modelli simili di istruzione e di comportamento hanno effettivamente unificato gruppi sociali divisi dalle frontiere politiche.

Questo passato storico ha creato un patrimonio culturale europeo che è ancora riconoscibile nelle arti visive, nella letteratura, nei piani urbanistici delle città, nelle biblioteche, negli archivi, nei musei, nel cerimoniale diplomatico e politico, negli usi matrimoniali, nella struttura della famiglia e in molti altri aspetti. La ricostruzione dell'effettiva circolazione dei modelli culturali in tutti questi settori, il suo sviluppo e la sua diffusione nelle grandi aree geografiche, che spesso coincidevano con le stesse frontiere dell'Europa (e sconfinavano perfino al di là di esse) metterà in luce il gioco reciproco fra elaborazione originale e successiva reinterpretazione degli schemi ricevuti. Inoltre, essa rivelerà l'esistenza di rapporti fra paesi molto lontani tra di loro come l'Italia e la Polonia, la Germania e la Spagna.

Il progetto intende, inoltre, considerare l'interazione tra fenomeni reali e rappresentazioni immaginarie nella creazione di aspetti condivisi e di divisioni all'interno di diverse aree europee e il contributo della produzione letteraria e artistica a questo processo. Quest'ultima - in particolar modo quando affronta il tema dell' "altro" - sia dell'altro "nuovo" (l'America) che di quello "vecchio" (l'Asia) - ha infatti svolto un ruolo preponderante nella formazione di un'"identità europea". Questo emerge chiaramente, ad esempio, dalla comparsa nel corso del XVII secolo di libri sulla storia europea o dalla crescente diffusione di compendi scritti o illustrati dei "costumi e maniere di tutto il mondo" che era possibile rinvenire in tutta Europa.

La crescente mobilità di ampi settori della popolazione, la creazione di network intellettuali internazionali, l'aumento dei circuiti d'informazione, lo sviluppo di un mercato moderno per i libri, per le composizioni musicali, per le opere d'arte, il diffondersi dei cerimoniali di corte e delle maniere aristocratiche, l'aumento della produzione e della circolazione dei manufatti, hanno contribuito alla creazione del sentimento condiviso di una comune appartenenza. Persino nel dibattito politico e nell'organizzazione istituzionale dello Stato, una dialettica di scambio era spesso più forte dei consueti conflitti politici, e permetteva una circolazione di idee e di modelli. Anche in tempo di guerra la diplomazia ha spesso svolto un ruolo determinante e una cultura di pace è diventata un obiettivo politico condiviso.

Per quanto riguarda le aree prese in esame, il progetto intende prestare particolare attenzione, non solo ai paesi che si trovano nel cuore dell'Europa, ma anche a quelli situati nelle zone di confine, come la regione del Baltico e la Polonia, senza dimenticare che anche l'Italia e Spagna erano paesi di frontiera, proiettati in quel Mediterraneo che univa e contemporaneamente divideva idee, esseri umani e cose.