Roma, 1 gennaio 1585
Med. 5092, n° 1 (cc. 3r-4r), firma autografa
//c. 3r//
Della inhabilità di don Cesare [1] ha scritto il signor don Alfonso [2] a me ancora, et io non saprei se non lodare la dilatione delle noze, poiché si vede tanto chiaro questo impedimento, et quanto alli danari non vedo che la risposta a Vostra Altezza habbia replica, poi che et lui glieli chiede et ella glieli dà a conto di dote, intorno alla quale già sono fermate le conditioni conforme a quelle che la gli richede per questa parte. Io credo bene che Paolo Sforza [3] et la moglie voglino male alla signora Hipolita Pia [4], ma so anco sì certo che di quest’odio, et di quello de popoli, et conseguentemente del travaglio imminente a figlioli la colpa è sua, che la giustificatione che ella dà non mi par che vada a batter il segno del bisogno loro, ma (come dice Vostra Altezza) lassaremo il pensiero a chi tocca. Così stava travagliato assai, perché non si trovò [...]a per i travagli del marchese, ma si è interamente recreato con una lettera ultima scrittali da Vostra Altezza, et poi che questi suoi avversarii stanno su la dura, procederassi per iustitia, che al sicuro dovrà andar contra di loro, et io, che me ne andarò fuora per due giorni, nel mio ritorno ricondurrò il marchese a Roma, dove se ne starà di buona cura et guastarà buona parte del gioco a questi, che godevano della sua assenza,b merita veramente l’eletto di Siena [5] per le buone qualità sue, et io l’aiutarò molto volentieri dove potrò, ma dubito, che sarà più la volontà che il profitto per quel che mi mostra l’esperienza di questi tempi. L’avviso di Venezia va rimescolando li tempi et le cose in modo, che io non lo so né anco accordare con quel che succedesse, o fusse detto qua, che fu in somma (et l’autore ritraggo esser stato l’ambasciatore veneto [6]) che io mi sdegnassi //c. 3v// col papa [7], perché non ostante la mia contradditione, pur volesse in quel consistoro dichiarar re il duca di Savoia [8], et che questa fusse la causa della mia partita del consistorio, nel quale havevo trovato che volesse farlo, et perché nelle medesime hore furono chiamati li soldati che stanno qua per mandarli a Palidoro come andorno contra certi banditi, soggiunse la novella che il papa gl’haveva fatti chiamare per dubio che io non tentassi qualche violenza. Hor veda Vostra Altezza che segni son questi, de quali mi risi allhora, come mi rido anco con lei insieme di questo che hora le viene di Venezia. Il papa è talmente sdegnato contra Farnese [9] per più cose, che n’ha perso il sonno più di due notti; et intendo che per Camera stava fremendo et dolendosene et insieme lodandosi di me che havessi fatto tutto il contrario, et la causa è, perché questi huomini mandati da Giulio Colonna amazorno […]c da lui, haveva fatto advocar la causa qua, s’erano rifuggiti in casa di Farnese, il quale gli haveva salvati in una stanzetta sua burlando il Governatore [10] et Sua Santità insieme. Et io volsi che fusse dato al bargello uno di essi che se ne stava fra li miei parafrenieri et è stato questo con tanta sodisfattione di Sua Santità, et con tanta lode d’ogn’uno, quanto quello di Farnese con biasimo et indegnità di Sua Beatitudine, la quale se ne dolse hieri meco et io non le risposi altro, se non che mi dispiaceva di veder tanto disprezo della dignità et ordini di Sua Beatitudine, la quale se havesse stimoli, non saria gran fatto, che passasse a qualche demostratione et sendo quanto mi occorre bacio la mano a Vostra Altezza.
Di Roma il primo di gennaro M.D. LXXXV.
//c. 4r// Poscritta
Tutti vengono da un’origine questi fastidii che Sua Santità tiene del suddetto homicidio del marchese di Riano [11], et d’altre cose che corrono qui intorno, perché tutte sono adherenze di Farnese et non è dubio che a Sua Santità premono stranamente, et che come in altre occasioni altri si sono fatti belli et guadagnatosela con offerire ogni forza loro contra queste simili stravaganze, così potrà credersi, che il medesimo avvenisse a Vostra Altezza, se ella o per lettera, o con imbasciata mostrando di sentire come alcuni trattino con Sua Santità, le offerisse ogni sua forza per usarla come le piacesse a ritenere la dignità et autorità sua. Did questa offerta non sarebbe accettata la esecutione, onde avverrebbe che con le parole sole si saria dato gusto a questo vecchio da sperare di riceverne tanto più nelle occorrenze. Etc.