Introduzione
L'obiettivo di questo saggio è di presentare alcune questioni focalizzate sulla azulejaria, cioè sulle tipiche piastrelle o mattonelle portoghesi, del Settecento (da questo momento utilizzerò il termine portoghese azulejo)
Per fare questo vorrei presentare la specificità dell'azulejo come affermazione del progetto del barocco portoghese e della sua cultura artistica e vorrei tentare di stabilire una visione di interconnessione fra la produzione di azulejos del periodo in questione con quella che era la società del tempo, ricostituendo le relazioni fra il discorso iconografico dell'azulejo, civile e profano, e la sua rappresentazione della società.
Costituito da una vastissima produzione incentrata nella regione di Lisbona, ci troviamo di fronte ad un corpus significativo di azulejos in cui coesistono e si intersecano varianti di gusto: il barocco, il tardo barocco e il rococò e che si traducono in una notevole varietà di temi, di modelli e di proposte, al punto che in questo periodo si può parlare di una tendenza naturale all'ecclettismo.
Con un codice di rappresentazione, l'azulejo assume la capacità di creare uno spazio virtuale. Ma ben oltre l'aspetto architettonico, pratico e funzionale (volumetria), la azulejaria ha sviluppato altre potenzialità come supporto pittorico, come il linguaggio che, ovviamente, ha dato a questa arte la specificità delle sue dimensioni e del suo trattamento delle forme.
Sulla base di questo quadro e con una lettura più attenta, abbiamo cercato di definire un percorso visivo basato su due livelli di concettualizzazione:
a un primo livello - esperienza dello spazio esterno a sostegno della pittura parietale -, mettendo in evidenza alcuni programmi iconografici e decorativi;
e a un secondo livello - la rappresentazione pittorica del quotidiano -, registrando un elenco iconografico di scene di tipo pressofuso che scandiscono alcune varianti di una vita sociale che è oggetto di rappresentazione.
Creare uno spazio virtuale. Esempi
L'azulejo nasce in Portogallo come l'elemento che assume maggior importanza nella decorazione degli spazi interni ed esterni delle case. [1]
Guardiamo i primi due esempi:
Il Canale dei Giardini del Palazzo de Queluz e la Quinta dos Azulejos a Lisbona:
Fig. 1. Palácio de Queluz, Giardini e lago, ca. 1760-1780
Fig. 2. Quinta dos Azulejos (Villa), ca. 1760-1780, Lisbona
La Quinta o Villa dos Azulejos [2] si presenta come un insieme singolare, circondata da alte mura completamente rivestite con azulejos, spazio che si chiude su se stesso. Il suo notevole valore deriva dallo squisito trattamento decorativo e dal design architettonico.
Tutto l'insieme è unico, abbastanza inusuale visto che coesistono una varietà di forme e temi, una varietà di colori e persino un mix di materiali, tra i quali evidentemente spicca l'azulejo che modella saggiamente i vari volumi di archi, colonne e l'ondulazione dei banchi, anche a dimostrazione della percezione dei pittori sulle potenzialità scenografiche dell'azulejo.
In questo esempio possiamo accompagnare l'evoluzione delle forme degli azulejos di Lisbona dal tardo barocco alla fase più matura del rococò con gli esempi che seguiranno.
L'insieme di banchi alternati a colonne degli assi laterali, con le magnifiche spalliere intagliate e contenenti pannelli dipinti di manganese viola che suggeriscono il mondo idillíaco di Watteau e Boucher:
Fig. 3. Quinta dos Azulejos, Potenzialità ed effetti scenici dell'azulejo
I due "personaggi" che invitano il visitatore e che rivestono le arcate:
Fig. 4. Quinta dos Azulejos, Figure a grandezza naturale che invitano il visitatore
Il pergolato con un delicato dipinto in cui le composizioni di colori sono tutte differenti; rami che decorano le colonne e conchiglie che inquadrano le spalliere dei banchi, con la rappresentazione di emblemi di Ercole e Perseo e, nell'architettura, medaglioni con busti di imperatori:
Fig. 5. Quinta dos Azulejos, Pergolato
Poi la serie di otto grandi pannelli figurativi, che stanno sull'asse longitudinale, e preparano il gioco sensoriale e cromatico tra la parte superiore dipinta di azzurro e di bianco e la parte inferiore dipinta di viola manganese.
Il repertorio tematico è qui diviso simmetricamente: galanterie campestri e cortigiane si alternano a episodi biblici:
Fig. 6. Quinta dos Azulejos, Scene bibliche
In corrispondenza con la fase finale del rococò (1760-1785) in questo spazio si concentrano vari modelli estetici:
Le originali composizioni figurative dipinte di viola con animali esotici, le scenografiche tende sul bordo superiore della parete ad est, e il corpo architettonico chiamato "Fonte da Europe" di grande ricchezza cromatica, un lavoro curato dove pilastri trompe-l'oeil caratterizzano già un tardo rococò attribuito al pittore Francisco Jorge da Costa:
Fig. 7. Modelli estetici del tardo rococò, ca. 1770-1785, Animali e piante esotici
Fig. 8. Modelli estetici del tardo rococò, ca 1770-1785, Drappeggi scenografici
Fig. 9. La Fonte da Europe
L'altro esempio è costituito dal grande canale del palazzio de Queluz.
Questo insieme forma un pezzo distinto per il suo rivestimento di azulejos. La parte più ampia si riempiva di acqua creando un enorme lago dove la proiezione di azulejos offriva uno spettacolo meraviglioso, come se fosse una sequenza cinematografica.
È abbastanza evidente il contrasto di colore e ritmo tra dentro e fuori, che assume qui un ruolo curioso nella distinzione fra la parte interna, più acquatica per la colorazione blu cobalto degli azulejos, dove si estendono vasti pannelli tematicamente diversi, e la struttura architettonica esterna dove predomina il viola manganese e l'ocra distribuiti in scenari galanti più individualizzati.
La composizione è equilibrata, essendo compensata dalla fantasia di cornici con motivi di conchiglie:
Fig. 10. Parete del lago interamente decorata in ceramica, dettaglio
Un altro esempio sorprendente e insolito di azulejos rococò lo troviamo sulla terrazza e nei giardini del palazzo del Conte Mesquitela, una costruzione della seconda metà del Settecento. La facciata che si apre sul giardino, sviluppa un ampio balcone punteggiato da due rampe di scale. Il programma pittorico combina allegorie delle Quattro Stagioni con esempi famosi dell'antichità romana:
Fig. 11. Terrazza e scalinata del palazzo dei Conti di Mesquitela, Lisbona
A sinistra del palazzo si trova un recinto paesaggistico con pareti rivestite da figure ritagliate in ceramica che creano una sorta di "museo della scultura in maiolica".
Tra le statue poste su piedistalli di dimensioni naturali, si trovano in artistiche cartelle rocaille allegorie delle Arti Liberali:
Fig. 12. Giardini del palazzo di Mesquitela, dettaglio delle Arti Liberali, ca. 1770
Sulle basi, si sdraiano simmetricamente due robuste figure di vecchi ritagliate, estremamente scultoree. Volti inespressivi e stereotipati si contrappongono alla vivacità delle cornici ornamentali (che plasticamente sporgono attraverso gli ombreggiati viola manganese come se fossero scolpite in legno) caratteristiche della pittura di Francisco Jorge da Costa a cui viene attribuito questo insieme.
In questo viaggio attraverso le forme applicate alla pittura ceramica, troviamo altri esempi nella regione di Lisbona:
I giardini della Casa da Pesca nel Palácio Pombal di Oeiras, di grande spessore scenografico [3]:
Fig. 13. Casa da Pesca, palazzo Pombal, Oeiras, Giardini e lago, ca. 1770-1780
Una gloriosa epopea di divinità acquatiche è descritta in azzurro forte in sedici enormi pannelli di azulejo, di formato rettangolare, incorniciati da un piccolo nastro azzurro e arricchiti da ornamenti rocaille.
Dal punto di vista del programma iconografico e artistico, l'argomento allude alla mitologia, rivelando prossimità con il lavoro di Antoine Coypel (1661-1722) e Charles Antoine Coypel (1694-1752). [4]
La Quinta das Águias di Lisbona dove, in cima alla cascata del giardino si trovano pareti e volte rivestite di azulejos rifinite da una balaustra con passeri appoggiati al parapetto; creano una atmosfera virtuale:
Fig. 14. Quinta das àguias, Lisbona, Cascata, dettaglio della balaustra
Il serbatoio ottagonale della Quinta da Alfarrobeira rivestito di azulejos policromatici in viola manganese e giallo con scene portuarie e figure allegoriche:
Fig. 15. Quinta da Alfarrobeira, Lisbona, Serbatoio ottagonale
Supporto pittorico e codice di rappresentazione
Una seconda lettura in questo percorso attraverso gli azulejos di metà Settecento ci ha portato anche a registrare momenti significativi del corpus di azulejos, inventariando e interpretando scene che si collegano a tematiche del quotidiano - in quanto testimoni dell'arte del buon vivere -, e che vanno incontro a un universo ampio di significati fra una storia delle pratiche sociali e il supporto plastico dell'azulejo.
In questo approccio troviamo un insieme di indici di gusto ripartiti in differenti spazi sociali che traducono una chiave di lettura e analisi nella pittura in azulejo. L'abitazione nobile portoghese si definisce in questo periodo come luogo sociale e spazio di rappresentazione.
È qui che all'azulejo compete una doppia funzione sociale: la demarcazione e caratterizzazione di zone o spazi sociali delle case e la traduzione e ricreazione che adatta alla realtà portoghese modi di vivere del quotidiano, sia nella scelta di un determinato tema, sia materialmente con la sottomissione dell'immagine grafica alle virtualità della sua pittura.
Abbiamo tentato di riordinare alcune di queste immagini, mettendo in evidenza grandi insiemi con unità tematica.
Scene esterne:
Le battute di caccia (montaria), tema ricorrente, diventano uno dei temi forti ed emblematici, costituendo una referenza sociale nello spazio della casa nobile: corridoi di accesso, scale, sale di passaggio, spazi per i pasti e anche giardini. Si impongono come scene di esuberante movimento. Abbiamo scelto come illustrazione i bellissimi pannelli del Palácio Ceia [5] a Lisbona, attuale sede dell'Universidade Aberta:
Fig. 16. Palazzo Ceia, Lisbona, c. 1770, Scene di caccia
Il porto di mare è luogo che rivela un'espressiva scuola di pittura in ceramica:
Fig. 17. Palazzo Ceia, Lisbona, c. 1770, Scene di navigazione fluviale
Il registo di scene portuarie si moltiplica negli azulejos del terzo quarto del settecento. Quasi tutte traducono scene con narratività propria, si può parlare di spazi "sceneggiati".
Scene interne:
L'osservazione diretta di un quotidiano aristocratico-borghese e le testimonianze che in un modo più o meno ingenuo fanno riferimento al quotidiano del Settecento: la galanteria [6], il pasto e la tavola:
Fig. 18. Palazzo Ceia, Lisbona, c. 1770, Galanterie
La danza [7] , la configurazione física, il vestiario, le pettinature, i gesti, la postura, costituiscono modi di trattare topograficamente il corpo:
Fig. 19. Palazzo Ceia, Lisbona, ca. 1770, Scene di danza
Il gioco, altro modello di messinscena del quotidiano, presenta un elenco diversificato dei principali divertimenti dell'epoca: palla, bigliardo, carte:
Fig. 20. Palazzo Ceia, Lisbona, Scene di gioco
Anche la preparazione della toilette obbedisce a formule sociali. Attenzione particolare al vivere quotidiano.
Altri gruppo tematico da considerare all'interno di questo universo di vita sono: le differenti scene di tono orientaleggiante - le famose chinoiseries [8] - manifestazioni di matrice prevalentemente francese che divennero un codice di moda nella decorazione di interni e che lo stile rococó adottò come nuova semantica di pittura.
Nell'esempio scelto, ancora una volta i pannelli di Palácio Ceia, un'analisi del processo di copia ci porta ad ammirare le delicate creazioni di Boucher, che ci hanno lasciato una visione della Cina preferenzialmente intimista alleata allo spirito della fantasia rococò:
Fig. 21. Palazzo Ceia, Lisbona, ca. 1770, Scene di toilette
Le figure umane di piccola statura, il vestiario fluttuante, le palme e le pagode riempiono le pareti del soggiorno, o delle sale intime.
Considerazioni finali e riflessioni
In questo viaggio visivo abbiamo sollevato problemi derivanti da una difficoltà di interpretazione di queste figure di azulejos.
All'inizio siamo sempre confrontati con l'interpretazione della rappresentazione pittorica ossia con il problema di interpretazione del modello e della sua rappresentazione: fino a che punto possiamo identificare queste immagini con la realtà portoghese? Sono rappresentazioni del reale o rappresentazioni di rappresentazioni? Dove passano i confini tra invenzione, finzione, realtà e teatralità?
Ciò che è importante ricordare è che questo mondo di significati - cioè, di rappresentazioni visive di pratiche relative alla quotidianità - si specchia e si confronta negli azulejos del tempo.
Il modello di società del Settecento e la sua costruzione intellettuale possono essere dettagliatamente catalogati costituendo un sistema di valori come immagini di una "civiltà".
Un'altra questione da mettere in evidenza è la relazione fra la matrice grafica e l'azulejo per comprendere l'originalità dell'immaginario portoghese ricreato in questa pittura ceramica. In questo caso la questione centrale ha a che vedere con i modelli che servirono alla produzione della pittura degli azulejos, con la forma con cui i pittori utilizzarono tali incisioni per la realizzazione degli azulejos e, ancora, con il modo in cui fu inteso tale fenomeno di copia da parte di questo sistema di produzione pittorica.
Non vi sono dubbi che l'azulejo costituisce una vera arte maggiore che assicura al Portogallo una radicata presenza nella geografia del barocco su scala atlantica, mostrando di essere una modalità pittorica capace di rivelarsi come uno dei valori estetici "totali" del Barocco portoghese.
Contando su importanti contributi apparsi negli ultimi venti anni, penso che lo studio critico e il rilevamento circostanziato degli azulejos in Portogallo e in Brasile nel Setecento costituisce un'area di ricerca aperta che incontra una certa difficoltà, dovuta alla dispersione di gruppi di azulejos in seguito a demolizioni, furti, trasferimenti, restauri non sistematizzati.
Questo ci colloca di fronte all'importante problema della metodologia da adottare, che sia efficace al suo studio.
Siamo sicuri che un'inventariazione esauriente [9], accompagnata da studi su questo patrimonio e da una reale attenzione al suo stato di conservazione, costituisca un campo d'azione in cui future generazioni di storici dell'arte possano lavorare.
Note
1. Cf M.A Trindade GAGO DA CÂMARA, "Habitar o espaço barroco: o azulejo e os ambientes" In O Barroco em Portugal e no Brasil, Edições Esmai, Braga, 2012, pp. 689-701; M.A Trindade GAGO DA CÂMARA, Azulejaria do século XVIII: espaço lúdico e decoração na arquitectura civil de Lisboa, Editora Civilização, Porto, 2007; M.A.Trindade GAGO DA CÂMARA, A Arte de Bem Viver: a encenação do Quotidiano na Azulejaria na 2ª metade de Setecentos, Lisboa, FCT/FCG, Lisboa, 2005.
2. [2] http://www.monumentos.pt/Site/APP_PagesUser/SIPA.aspx?id=3145
3. A. Celeste Maia Pires GLÓRIA, Casa da Pesca: Proposta de valorização e recuperação. Trabalho de projeto do Mestrado em Património - área de especialização - Património Artístico, FCSH, LisboaSetembro 2009
4. , P. GRIMAL, Dicionário de Mitologia Grega e Romana. - Lisboa: Difel, 4.ªed., 2004 (1.ªed. 1951)
5. Cf. M.A. Trindade GAGO DA CÂMARA, "Uma Breve nota sobre a azulejaria do Palácio Rebelo de Andrade - Ceia" in Revista Olisipo, Grupos dos Amigos de Lisboa, nº 20/1, Jan-Dez. 2004 Lisboa 2005, pp.85-92, M.A. TRINDADE GAGO DA CÂMARA, "Revisitar o Palácio Rebelo de Andrade-Ceia no contexto da arquitectura residencial na Lisboa pós-terramoto" in Revista Arte e Teoria. In Revista do Mestrado em Teorias da Arte da Faculdade de Belas Artes da Universidade de Lisboa, Urbanismo, Lisboa, 2007 nº , pp 98-105.
6. Cf. M.A. Trindade GAGO DA CÂMARA, "Confissões e Galanterias: o universo feminino na Azulejaria Portuguesa de Setecentos" In Revista As Faces de Eva, Estudos sobre a mulher, nº 6, 2001, pp 97-105.
7. Cf. D. TÉRCIO, Dança e Azulejaria no Teatro do Mundo, Lisboa, Inapa, 1999
8. Cf. M.A Trindade GAGO DA CÂMARA, "Exoticism and Imagination in the 18th Century Portogeses Tiles: some examples in the Lisbon Area", In Sights and Insighs. Interactive Images of Europe and the Wider World, edited by Mary N. Harris, Volume II, Edizioni Plus, 2007, pp.34-43 e M.A. Trindade GAGO DA CÂMARA, Cf. M.A Trindade GAGO DA CÂMARA, " Cenografias Exóticas no azulejo setecentista" In. O Exótico nunca está em casa. A China na faiança e no azulejo portugueses (séculos XVII-XVIII), Museu Nacional do Azulejo, Lisboa 2013.
9. Cf. M.A Trindade GAGO DA CÂMARA, "O Azulejo Barroco. O Estudo e a Investigação em Portugal". In Revista do Instituto de História da Arte, FCSH/UNL, nº 9 , Lisboa, 2013, pp.117-135.