Istruzione data da Livio Odescalchi per essere chiamato presso Luigi XIV a Parigi

Printer-friendly versionPrinter-friendly version

Istruzione data da Livio Odescalchi per essere chiamato presso Luigi XIV a Parigi, 1681.

Instrutioni da osservarsi infallibilmente.

Non si partirà da Parigi, se non con total consentimento di Sua Maestà, al quale si mostrerà la lettera e si parteciparà parte di quello si accenna in questa carta da trattarsi. Non si parlerà per causa alcuna a Sua Maestà di haver la mia lettera per Parigi, se non, doppo, che sarà totalmente approvato da Sua Maestà il pensiero di andar in Francia, e quando l'haverà approvato, come pensiero nostro, all'hora possiate dire, ch'io ero informato, e che vi havevo dato la lettera, con andare espresso, che fossi prima totalmente approvata in tucto, e in parte dal Signore Interessato, che s'intende Sua Maestà.

Ma si come si deve prima tractare altrimenti, e discorrere la materia avanti, che entrare nei pensieri della Francia, così dovete procurare di vedere, se Sua Maestà possi acondiscendere ad altri mezzi termini, che dipendino dalla sola sua volontà, e persona, come di scrivere, serva altro motivo, o dar libertà a voi, che mi diate un anno più liberamente, o al Senatore con tutto segreto, che lo scrivi al Papa, o simili, et che potrà molto facilitare il far pretesto della somma mia devotione, bontà, e total obidiente rassegnazione, et umiltà ai suoi voleri, che se avrebbe, come padre, aggionto poi una gran cognizione delle cose, sodezza, e da poterlo bene servire, e sostenere nell'età sua avanzata con farli conoscere, che gli parenti grandi di nascita la fano da grandi, e non riguardano, che con fintione, e politica, e evitereste le parentele, e' che arriverebbero più tosto a pigliar, e tirare al mal governo della sua casa per privati fini, che all'incontro havendomi egli così obligato a tutto per puro affetto alla sua persona mera, e alla sua casa, anche tucto suo avanti una nuova obbligazione di parentela, sarei sempre per eserli scudo, e buon braccio per le domestiche dispensioni, che minaccia il Cervello del figlio. E facendo il Papa una numerosa promotione da questa parte avversa potrebbe esser ben servito. E più sopra il tutto dovete risultarmi in esprimerli l'amore grande, che ho alla sua persona, e la devotione grande, che sapete di certo sarei per profissarli, e accertarla con giuramenti.

E sicome il mio fine, non è tanto di terminare questo affare, quanto di andarlo mantenendo perché il tempo potrà sempre facilitare l'esito, così conviene anche operare a questo fine. Potete assicurarlo, che io non applico a stato Ecclesiastico, come si discorre che tutto quello sta in mano mia farò per riuscita di questo affare, e per Sua sicurezza circa di me e di Obligazione, come più le paresse serio.

Potrete raccontarli i voti molti facti per o. e l'Orazioni continue che fo, e faccio fare. Il sommo dolore (parlando fuori del matrimonio, ma' favore della sua persona) il sommo dolore, che hebbi del suo male, e l'orazioni, che imposi a Voi, e ad altri, che facessero per lui.

Potete racontarli il pensiero, che hanno li spagnuoli di mandar a Roma per Ambasciatore il Senatore Erba, che la difficoltà, è per i Quartieri la maggior parte, e acciò il Papa non repugni a che si era pensato farlo venire col titolo di andar a Napoli per farlo poi restar qui con impego, che si debba trovare in mano dell'Ambasciatore per cometterli negotio particolare, e doppo qualche tempo venir dichiarato Ambasciatore.


Trascrizione a cura di Roberto Fiorentini