Piero Usimbardi a Bartolomeo Concini

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Anguillara, 30 novembre 1571

Med. 5085, [già num. 276], cc. 598r-v.

Molto magnifico Signor mio osservandissimo,

mercoledì, dopo l’audienza publica, Monsignor Illustrissimo se ne venne sin all’Anguillara per starsene due giorni alla recreatione di queste caccie, trovandosi non poco fastidito dalle visite fatte et ricevute in Roma. Qui con buona compagnia è stato allegramente et hieri, oltra qualche fagiano et lepre, prese anco un grosso porco il quale stamane s’è mandato a Altemps. Hoggi si son presi con grandissimo gusto xii capri, dei quali parimenti si farà parte ad altri cardinali.

Questa sera sono comparse tutte insieme per homo a posta le lettere di loro Altezze e cioè la del granduca de’ 24 et le del Signor Principe de’ 22 et 25 con la di Vostra Signoria de’ 26, arrivate in Roma questa notte passata, delle quali sarà la presente mia per dir la ricevuta et farle in tanto sapere la salute di Sua Signoria Illustrissima, la quale l’ha lette et di qui dice non occorrerli scriver altro, se non che domani sarà in Roma assai a buon hora et darà principio a quanto le viene commandato. Mercoledì avanti //c.598v.// la partita Rusticuccio li rispose d’havere preso l’ordine di dar le copie di quelle lettere di Germania le quali volevano tempo, sendo cosa lunga et aggiugnendovisene un’altra ultima da portare maggior gusto. Si sollecitaranno subito per inviarle, secondo che parrà ricercare il contenuto, a posta o con occasione. Ho sentito quel che la m’ha detto della ricevuta della lettera di Salviati et non occorre che con me scusi mai né la brevità dello scriver, né altra sicurtà che le piaccia di pigliar meco, dolendo a me solo che ciò sia per sua straccheza et che non le si conservino le forze sue freschea quanto richiedano li servitori de patroni. Comandimi dove io vaglio a servirle et mi tenga in sua gratia.

Dall’Anguillara li 30 di novembre 1571.

Di vostra Signoria molto magnifica affetionatissimo servitore Piero Usimbardi.

a Seguono due parole barrate.