Roma, 17 aprile 1571
Med. 5085, [già num. 186], c. 389r-v.
Molto magnifico signor mio signor osservandissimo,
Sua Santità si è poi risoluta questa mattina d’inviar il breve per Ferrara, quale va raccomandato al cardinale Sforza et, se ben ha mostrato desiderare che si fugga l’apparenza del passar di costà et simili cose, non di meno, sendo il tempo stretto et cotesta via la più breve, s’è pensato esser meglio mandarlo per Fiorenzaa col medesimo avvertimento di spingere innanzi questo medesimo o altro corriere che dica d’essere espedito dalla Secretaria apostolica. Si è avuto in tempo che il cardinale è a San Paolo alla Statione con Acquaviva et Alessandrino, donde non tornaranno prima che questa sera. Onde, nonb ci essendo altro da scriver per hora né in risposta, né per altro, habbiamo resoluto il Camaiano et io esser espediente, senza aspettare Sua Signoria Illustrissima, avanzarsi tre hore al meno.
Intanto le dirò la ricevuta delle di Sua Altezza di 15 comparse hieri a 18 hore, sopra le quali dovràc Sua Signoria Illustrissima poterle rispondere venerdì, che sarà stata con Nostro Signore.
Persuadasi pur Vostra Signoria Magnifica che si sta sempre pensando come si potesse //c.389v.// condurre ogni cosa a voto di loro Altezze et che più oltre non si va per più non potersi. Et io posso far testimonio della vigilanza et fatica di monsignor Camaiano, sendomeli attaccato a fianchi quasi sempre da un pezo in qua per ordine del cardinale.
Riconosco l’amorevolezza di Vostra Signoria verso me nel buon pro della sua sottoscrittione et la ringratio, certificandola che, se l’acquisto è di momento alcuno, mi sarà caro particolarmente per poterle tanto più servire. Il cardinale sta bene, et io con questo fine a Vostra Signoria baso la mano.
Di Roma li xvii di aprile 1571.
Di vostra Signoria molto magnifica affetionatissimo servitore Piero Usimbardi.
a Segue avve barrato.
b Segue non barrato.
c Segue ella barrato.