Accademia dei Dogmi

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Sede: Presso i Terziari francescani di San Paolo alla Regola poi alla Sapienza

Accademia dei Dogmi

Presso i Terziari francescani di San Paolo alla Regola

dal 1695 alla Sapienza

 

Consesso nato nel 1694 dalla volontà di riunire stabilmente il clero regolare e secolare per approfondire le discipline sacre presso i Terziari regolari di San Paolo alla Regola, l'accademia prende forma su iniziativa di Bonaventura di S. Elia, un esperto di storia dei concili orientali, di Francesco Bellisomi, referendario delle due Segnature, e di Vincenzo Degli Atti, vescovo di Bagnoregio.

Ottiene la protezione del cardinal Lorenzo Altieri e di Gianfrancesco Albani.

Come la più antica Conferenza dei Concili si riunisce ogni 15 giorni in una seduta in cui tre oratori dissertano di scrittura, di grammatica e di morale, rispondondo alle eventuali obiezioni sollevate dagli uditori.

Ne fanno parte regolari di vari ordini e di vari paesi europei; Joseph-Antoine Charles è uno strenuo sostenitore delle prerogative romane ed è un antiprobabilista; Giovanni Gabrielli fa parte dei circestensi, è visitatore ufficiale dell'ordine, consultore dell'Indice e qualificatore del Sant'Uffizio; Liberio da Gesù è un carmelitano scalzo, controversista. Il servita Callisto Lodigeri è divulgatore della scolastica di Henri de Gand mentre il domenicano Antoine Massouillé, assistente generale per la provincia di Francia, viene chiamato a far parte della congregazione per l'esame del quietismo, è un tomista di stretta osservanza. Ve ne fa parte anche Francis Porter, già membro della Conferenza dei Concili. Ignaz Bachx è priore generale dei premostratensi e rettore di San Norberto. Liebert Hennebel è deputato dell'università di Lovanio alla Santa Sede.

Dal 1695, l'accademia si trasferisce alla Sapienza.

Lo statuto del 1696 ne definisce struttura e finalità; i 48 membri devono essere laureati o professi in teologia; all'interno dell'accademia è bandita ogni forma di gerarchia; 12 eletti con scrutinio segreto regolano la vita del consesso e stabiliscono chi debbano essere gli oratori chiamati a dibattere delle questioni al centro dell'accademia (Donato 2000, pp. 53-4).

Essa intraprende nel tempo un coerente programma di esegesi biblica e, come previsto dalle sue regole, si rivolge alla confutazione delle eresie antiche e moderne, dal manicheismo al peccato filosofico.

 

Bibliografia di riferimento:

M.P. Donato, Accademie romane. Una storia sociale, 1671-1824, Napoli 2000.