Il cardinale Ferdinando al granduca Francesco I, a Firenze

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Roma, 30 agosto 1586a

Med. 5092, n° 69 (c. 174r), firma autografa

//c. 174r//
 
Mi pare che Vostra Altezza nelli particolari delli ambasciatori cesarei [1], et delle pensioni di Spagna per questi nipoti dica molto bene, et molto conforme al concetto di questa corte, che nell’una cosa, et nell’altra s’è maravigliata molto. Come mi maravigliavo io che quel Marta potesse portar nuova inventione, et vantaggio costà intorno all’arte della lana, il quale s’ha preso la risposta di Vostra Altezza et dovrà tirare innanzi le pratiche sue con altri. Del signor don Pietro [2] havevo il medesimo avviso da mercanti, et ho poi lettere sue nella partita da Palamos, et Dio li doni prospero il resto del viaggio. Per la morte del piovano di San Piero a Sieve cessa la pensione, che a sua vita haveva sopra quella pieve il cavaliere Ottaviano de Medici, a bisogni del quale potria conservarsi per nuova gratia  il medesimo aiuto, se il successore fusse homo trattabile, et lo consentisse. Egli v’ha la metà del patronato, et per l’altra v’è un suo cugino sotto la cura de pupilli, et conseguentemente a dispositione di Vostra Altezza la quale perciò prego di darli ogni honesta, et lecita sodisfattione nella qualità de suggetti, certificandola che le n’harò obligo. Et le bacio la mano.
Di Roma li xxx di agosto M.D.LXXXVI.

 
1. Ambasciatori inviati per prestare obbedienza a Sisto V: il conte Daun von Zimbern e il dottor Jakob Kurtz.
 
a Lettera rilegata insieme alle lettere del 1585.