Il cardinale Ferdinando al granduca Francesco I, a Pisa

Printer-friendly versionPrinter-friendly version

Roma, 23 febbraio 1585

Med. 5092, n° 21 (c. 48rv), firma autografa

//c. 48r //

Monsignor Portico [1] ha poi posto insieme tutte le scritture nel negotio del signor Paolo [2], dalle quali resulta insomma, che il papa non ha mai revocato la proibitione alla Corambona [3] di casarsi senza espressa licenza scritta da Sua Santità dalla quale non l’ha havuta, et conseguentemente non ha potuto maritarsi, et nullo è il matrimonio, per la dichiaratione, che se ne fa nel primo decreto, col quale irrita, et rende nullo ogni matrimonio. Etc. Egli rimandarà il vescovo a mostrarli tutto questo, et esortarla di mandar quel che ha da giustificare in contrario, et visto questo Sua Santità dichiararà, et farà notificare a lei quel che resultarà dalle scritture, et mostrare per via paterna lo stato loro del peccato, et tutto  si farà con nessuna apparenza, et romore, et poi si lassaranno stare come vogliono. Et io in questo non mi mostro più, ma pur tutto va a nome del papa, in conseguenza della notificatione fatta dal signor Paolo.
Dal Giappone regno dell’Indie vengono due giovani [4] parenti di quel Re, carezati molto in Spagna, et che Sua Santità parimente vuol carezare et honorar qua, ma però nel modo medesimo positivo, che tengono nel viaggio, il quale fanno con due preti o tre gesuiti, et con altrettanti servitori, sì che otto, o dieci sono in tutto. Vengono sopra una nave //c. 48v// et sbarcheranno a Livorno, dove se Vostra Altezza ordinasse che fussero ricevuti, e poi anco per li Stati suoi, vedo che Sua Santità n’haria singolar piacere, per quel che  ha voluto, ch’il cardinale di Como [5] me ne dica per scriverne a Vostra Altezza. 
Messer Gregorio Ricoveri d’Arezo ha servito nella Ruota di Bologna molti anni, come anco in altri offitii, dando saggio per tutto di molta intelligenza, et integrità. sentendo hora, che nel senato di Mantova vaca un luogo, desideraria d’esserci posto col mezo di Vostra Altezza et che ne scrivessi ancor’io. Et perché m’ha fatto diversi servitii, et io molte volte me li sono offerto, egli hora mi prega di supplicar Vostra Altezza che con sue lettere lo proponga et raccomandi a quel Duca. [6] Il che io fo molto volentieri sapendo di trattare di persona molto meritevole, et le restarò obligato se le piacerà fare questo offitio. Et le bacio la mano.
Di Roma li xxiij di febraro M.D.LXXXV.


1. Vincenzo Portico, vicegerente del cardinale vicario di Roma.
4. Mansho Ito e Miguel Chijiwa erano ambasciatori dei daimyō Ōtomo Sōrin, Omura Sumitada e Arima Harunobu. Viaggiavano accompagnati da Julian Nakaura e Martino Hara.
5. Tolomeo Gallio.
6. Guglielmo Gonzaga.