Il cardinale Ferdinando al granduca Francesco I, a Firenze

Printer-friendly versionPrinter-friendly version

Roma, 1 febbraio 1586

Med. 5092, n° 112 (c. 295r), firma autografa

//c. 295r//
 
Di Bracciano scrissi a Vostra Altezza della mia partita per costà quel che mi persuadeva la straneza del tempo. Venni poi hieri, et havendo hoggi ottenuto gratissima licenza da Nostro Signore, mi risolvo, poiché il tempo mi promette miglior viaggio, incaminarmi giovedì prossimo al più lungo, pigliando questi quattro giorni per ricapito d’alcune cose mie da mandare, et lassare, et sollecito più che non havevo detto, poiché di qua viene scritto al cardinale da Este, che don Cesare voglia fare carnevale con la moglie [1] in Ferrara, il che io non sapevo. Monsignor Spinello [2] con una sua qui alligata pare che preghi Vostra Altezza di favorirlo con Nostro Signore; et ha voluto l’intercessione mia, se bene l’ho assicurato, che per se stesso può promettersi da lei ogni favore.  Per il governatore suo di Capistrano [3] ho scritto le lettere che egli desidera, et efficaci al viceré di Napoli [4], et al reggente Moles [5], et se bene credo che di questo travaglio suo egli dia notitia a Vostra Altezza, ho però giudicato di mio debito, per quel che toccasse al suo servitio, farle vedere quel che egli me ne scrive, et che me ne dice in conformità un homo suo mandato qui a posta. Tutto il resto riserbo alla presenza. Et a Vostra Altezza bacio la mano.
Di Roma il primo di Febbraro M.D.LXXXVJ.

 
3. Giovanni Davanzati, governatore del feudo mediceo di Capestrano, in Abruzzo.