Il cardinale Ferdinando al granduca Francesco I, a Firenze

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Roma, 1 novembre 1585

Med. 5092, n° 91 (c. 222rv), firma autografa

//c. 222r//
 
Con la lettera di Vostra Altezza non è venuta altrimenti quella di Donna Girolama Colonna, ma poco importa, se è rimasta costà. Al Rucellai [1] darò la risposta, che Vostra Altezza dà a me, et dovrà stimare ben fatto, che ella stia a vedere il progresso e il termine delli scompigli di Francia. Con don Pietro [2] potrò provarmi con scriverli in conformità di quel che proponevo a Vostra Altezza poiché ella mostra di non restare perché non stimasse buona quella resolutione, et ponendomelo in consideratione, l’approva per ben fatto. Se giovarò n’harò molto piacere, et non voglio negare che qualche respetto, che Vostra Altezza aggiugne non saputo da me, m’ha raddoppiato il desiderio dell’effetto. Di Ferrara par che venisse [scritta] la resolutione et commessione, o esecutione di quel Duca nel particolare de titoli, con la quale fu qua presuposto come dissi, che se non è seguito, piaccia a Dio che segua. Al capitano Pompeo Floriani porto la Volontà che Vostra Altezza, et per questo et tanto più  per servirne a lei mi adoprarò volentieri in suo benefitio. Il foglio incluso mostrarà a Vostra Altezza quanto il vescovo di Sarsina [3] mi prega di farle venire a notitia, et impetrare da lei. Li risponderò quel che comandarà Vostra Altezza, alla quale bacio la mano, et le prego da Dio ogni prosperità.
Di Roma il primo di novembre 1585.
 
 
poscrittaa Lassai di dire con l’ultime mie, che Roberto Altemps, subito uscito di Castello, mi portò il consenso della Badia, poiché per il processo della causa sua, non era più necessario di tener //c. 222v// sospesa la estensione d’esso, la quale si è fatta di poi in buona forma; et che il papa molto apertamente ha dichiarato ad Altemps [4], che gl’offitii del conte Anniballe [5] non hanno havuto parte in questa buona espeditione della causa, già prima in se stesso disegnata per l’instanza mia, et è tornato a proposito più per altri che per loro, poiché alcuno invidioso, voleva fare credere al popolo, che il valore del conte havesse fatto il miracolo. Al conte et al cardinale ha bene Sua Santità negata la renuntia delle badie nella persona del figliolo d’esso conte, et (come lei medesima mi ha detto) l’ha fatto per non havere a concedere il medesimo ad altri, et questo passò in certo proposito di Farnese [6], che se ben non lo nominò, potette però [ridur] chiaro, che voleva in intendere di lui, che debbe farne continua instanza, ma ella gli mostra tanto mala volontà, che credo che possa sperarvi poco. Finalmente Morazano fu condotto, et si trova qui prigione, dove si farà la causa secondo il disegno, et Cesi [7] la guidarà sotto mano per fare le cose bene. Vedrassi d’havere prigione uno Coletta pur sicario, et conscio di molte cosaccie, et si ridurrà bene presto tanto in chiaro, che dovrà bastare alla nostra intentione.
Io scrivo a don Pietro [8] esortandolo a sentire bene la mia proposta, et communicarla con Vostra Altezza.
Se seguirà che dia orecchi, et che ne trattj con lei, io la prego che se buono per lui stima questo veramente, così glielo lodi et approvi, et egli dia segni fuori de generali che le sarà grato perché altrimenti io ne spero poco profitto.

 
a Il poscritto precede la firma.