Roma, 10 maggio 1585
Med. 5092, n° 46 (c. 116rv), firma autografa
//c. 116r//
Io non vedo di potere promettere fermo aiuto a Vostra Altezza per il dottor Lodi [1], poiché nel pontificato passato havendo aiutato un altro, per instanza particolare del pontefice presente, debbo credere, che quando si trattò di tal negotio, vorrà egli consolare quello, che portava all’hora per altrui mezo. Non di meno io harò l’occhio a quel che Vostra Altezza comanda, et se potrà venir fatto il suo servitio può essere certa che come lo stimo sopra ogni altroa, così n’harò particolare sodisfattione et le bacio la mano.
Di Roma li x di maggio M.D.LXXXV.
bMancando il grano a Napoli per il molto che havevano consumato le galere, consultavano li deputati dell’Abondanza di provedere, et pare che la cosa passasse in modo, che stimandosi necessario scemare tre oncie per rotolo si levasse gran tumulto, et si rivoltasse tutto contra il deputato per la parte del popolo, il quale tratto fuori d’una chiesa dove era rifuggito, et oppresso dall’impeto della moltitudine restò morto et dato in preda alla plebe fu strazinato per la città, et poi li fu tratto il cuore, et nella punta d’una lancia portato intorno con gran romore: dopo che sendosi interposti alcuni principali, dicesi che il popolo si quietasse //c. 116v// senz’altro scandolo maggiore. Che il Viceré [2] non s’era mosso di casa propria, né fatta mutatione alcuna nella guardia, pretendendo che il tumulto non toccasse a lui, ma che bene a cautela con corriere espresso passato di qua hoggi richiamava don Giovanni di Cardona con le galere, et con quelle genti che havesse potuto condurre, che sarà stato se non per altro bisogno, almeno per potere meglio proceder al castigo.
Il signor don Pietro [3] con sua lettera […]c ha offerto al Viceré per quel che potesse bisognare, et il medesimo ho fatto io di tutto quello che […]d voler da me, giudicando non essere se non a proposito questo offitio, […]e che il bisogno sia passato.
Par che hoggi li xij Farnese [4] et Altemps [5] presuponendo che il papa sia per fare domattina cardinale il nipote, siano corsi a Palazo a procurare che insieme Sua Santità faccia il Conte Rinato Borromeo [6], del quale havendomi detto Sua Santità due dì sono, che non era per fare altro, non m’è parso da muovermi, ma da riserbare a fare qualche offitio domattina avanti al consistorio, con i qual offitii in apparenza m’ingegnarò di apparire favorevole per lui, ma non sarà altrimenti in effetto, perché mi parrebbe di favorire l’intentione et il servitio di Farnese. Io posso credere che Sua Santità fuor del nipote non sia per fare altri, et nondimeno non havendone altra certeza sarò di buon’hora a vedere quel che segue, et in evento che pur piegasse, già sono in ordine Este [7] per sé, et per Francia, che pretende promessa da Gregorio [8], come anco lo ambasciatore cesareo [9] per promessa conforme. Il conte d’Olivares [10] in questo proposito non m’ha fatto parola, onde non ho obligo né di parlare, né di tacere, et del successo sarà avvisata Vostra Altezza.