Roma, 11 gennaio 1586
Med. 5092, n° 113 (cc. 298r-299v)
//c. 298r//
Serenissimo signore
Essendomi referto che questi Pallavicini erano stati in Camera a fare instantia per la liberatione delli allumi, offerendo sicurtà bancaria qui in Roma per la valsuta di essi, et che era stato commessa la causa a monsignori della Cornia [1], et Peppoli [2], andai da Nostro Signore hieri a dirle, che Vostra Altezza non voleva maggior sicurtà di quella delli stessi allumi, sopra i quali ella ha ragioni validissime, et che la Santità Sua sapeva a quanto pericolo sieno sottoposti a tutte l’hore i mercanti. Trovai Nostro Signore molto caldo in questo negotio con dire, che li allumi si guastano, et che di questa lite non si viene a fine, et che darebbano quella sicurtà, che paressi a Vostra Altezza et ancora che io replicassi, che la Santità Sua era male informata, et che li allumi non pativano, et della lunghezza della lite se ne doveva dare la colpa al giudice, che l’haveva volsuta fare Rotale contro alla commessione, et volontà di Vostra Altezza, non mostrò però di rimuoversi dalla sua opinione, ma si contentò, che io ne scrivessi a lei.
Appresso le dissi che havendo doppo che l’Altezza Vostra hebbe da Sua Santità //c. 298v// quei pochi forzati, prima i genovesi, et ultimamente i cavalieri di Malta hauti la parte loro, toccava adesso alle galere di Vostra Altezza secondo l’ordine fatto dalla Santità Sua a havere i primi, et benignamente ne fece la gratia, commettendomi, che io lo dicessi per sua parte al Governatore [3] et si contentò anco che si faccia cattura di quei quattro da Pian Castagnaio, che Vostra Altezza scrive con l’ultima de’ 3, i quali io gli nominai alla Santità Sua et mi ordinò similmente che io dicessi al Governatore che facessi pigliare questi, et altri, che paresse all’Altezza Vostra et il Gerini [4] è ito dal Governatore per riferirli tutto, et dare quelli ordini, che bisognano, et io ho dato anco i nomi di questi tali a uno di questi essecutori suddito di Vostra Altezza che ha fatto quasi tutte le catture di quelli che si sono mandati.
Quando io parlai a Nostro Signore per il luogo della Ruota, si mostrò molto facile a voler sodisfare Vostra Altezza del primo che vacasse, con fare anco un breve, quando la ne lo ricercasse, che ne dovesse essere sempre delli stati dell’Altezza Vostra uno de proposti da //c. 299r// lei, et non mi mosse difficoltà alcuna del rispetto di Savoia, so che si fa gagliardi offitii, perché questo luogo caschi nella persona dell’abbate Giusti [5], et non piace questa nominatione da farsi di tanti da Vostra Altezza, et perciò ingarbano il negotio in un altro modo per conseguire l’intento loro; et quando il signore cardinale [6] sarà tornato, io ne parlerò seco, come la mi comanda.
Il cardinale Savello [7] scrive all’Inquisitore di Siena che faccia venire un prete giesuito tedesco di Fiorenza per ammaestrare nella religione cattolica quei due giovani, et avvertisce Vostra Altezza che il Governatore [8] habbia consideratione, che questi gentilhomini, che sono stati prigioni, non venghino alle mani fra loro per sospetto forse dell’essersi nominati l’un l’altro in questo travaglio, che hanno hauto; la lettera io la mando al Governatore.
Per nuntio in Germania ha eletto Nostro Signore monsignore Sega vescovo di Piacenza [9], et partirà fra sei giorni, questa elettione è stata all’improvista, tenendosi per fermo che dovessi mandare in //c. 299v// quella carica il signore Scipione Gonzaga [10], havendoglene data intentione, doverà forse rimeritarlo col farlo cardinale.
In luogo del vescovo di Piacenza, che era sopra la riforma ha messo il papa il vescovo di Gaeta [11], et gli dà le stanze in Palazzo, et lo tirerà avanti per quanto si coniettura. Et di nuovo hanno cavato fuori un monsignore Buongiovanni Romano altri dicano per mandarlo nuntio in Pollonia, altri in Fiorenza, et s’aspetta, che il signore Amadeo [12] sia qui avanti quadragesima.
Il papa ha fatto dottorare messer Evangelista [13], che ha la cura de memoriali, et lo scalco, et s’interpreta, che voglia dare loro le prime chiese, che vacheranno.
Il cardinale Rusticucci [14] dice, che i legati hanno risposto circa i privilegii de cavalieri di Santo Stefano, che faranno quanto comanda Sua Santità et questo è quanto m’occorre dire a Vostra Altezza alla quale bacio humilissimamente le a mani, et pregole ogni prosperità.
Di Roma il dì xi di gennaio 1586.
Di Vostra Altezza Serenissima
Humilissimo et obbligatissimo Servitore
Il vescovo di Cortonab
1. Fabio Della Corgna.