Roma, 2 maggio 1586
Med. 5092, n° 119 (c. 318rv), firma autografa
//c. 318r//
Mi piace sommamente che quel figliolo dell’Arciduca [1] conforme alla molta instanza che gliene feci, habbia dato di sé a Vostra Altezza quella copia che la mi scrive, et non dubito punto che la sodisfattione sarà stata reciproca. Per la Marchesa del Valle [2] non farò dunque più oltre, poi che già è stata servita di quel che voleva. Olivares [3], o che conosca bisogno d’aiuto con la natura del papa, o qual altra se ne sia la cagione, mostra a tutti segni di volere fare meco da dovero, et qui et in corte, et io non posso non sperare meglio delle altre volte, se vero dice, quando hora dice senz’esserne pregato, che Gambara [4] et Aragona [5] (a’ quali non doveva tanto credere da principio) gl’habbino fatto mala riuscita fra le mani, come sentirà Vostra Altezza da Luigi [6] che stamani se n’è partito di qua. Conforme alla risposta di Vostra Altezza sarà quella che darò qua a Fabritio di Correggio, et mi pare, che se bene forse non sia a modo suo, non potrà però stimarla se non molto prudente. Il cardinale d’Este [7] hebbe già un pezo l’ordine di accordare con Farnese [8], ma come non lo faceva volentieri, così l’è andato sempre temporeggiando con diversi pretesti, et hora che a Pleimpied [9] è venuta dal cavaliere Del Bene [10] la sospensione che egli mi ha mostrata, non si passarà più innanzi né per mano di Santi Quattro [11], né d’altri. Farnese vedendo le lungherie d’Este, pare che deliberasse finalmente fare per lettere l’offerte sue alla Regina [12], la quale a me ancora scrive con il detto cavaliere, mostrando molto piacere della speranza d’accordo, et molto desiderio dello effetto, il quale a me parse sempre che staria molto bene per diversi respetti.
//c. 318v// Al cavaliere Carvagial Montoia [13] mi sono offerto, et volentieri li farò ogni servitio che io possa come Vostra Altezza comanda. Il fatto di Cencio Macarani di che scrissi a Vostra Altezza hebbe circunstanze alquanto più gravi, che non si erano sapute allhora, sì che tanto più mi confermo, che et per fuggire l’instanza della parte, et forse per essa la richiesta del papa, meglio saria che Vostra Altezza non lo tolerasse costà.
Lassai per quattro giorni il Cappone [14] a Bracciano, il quale spero che sì bene mi harà sviluppato quelli intrighi et ridotti al chiaro, che l’entrate si maneggiaranno facilmente, et l’utile sarà maggiore che non mi si mostrava dalli altri. Qui hora lo fo attendere a ordinarlo, et li farò vedere tutti li conti con ognuno, acciò che sappiamo dove ci troviamo per a punto. Per la morte di Niccolò Soldani pare che vachi certo offitio chiamato rassegna delle porte. Se Vostra Altezza pensasse che il cavaliere Sali [15] fusse per servirlo bene, come egli confida, io voglio haverglielo raccomandato. Il resto lasso alla alligata diretta in mano di Vostra Altezza, alla quale per fine bacio la mano.
Di Roma li ij di maggio M.D.LXXXVJ.