Roma, 16 aprile 1585
Med. 5092, n° 41 (cc. 97r-100r), firma autografa
//c. 97r//
Io mi trovo havere scritto a Vostra Altezza che vedendo mancare, et poi mancatoci l’assegnamento di Re Cattolico [1]a stimavo necessaria maggior provisione per assicurarci di Farnese [2]b, et che per assicurarci si pensava di levarli San Sisto [3] per ogni via, poi che stava posto in volere lui o Savello [4]. Per questo, et anco per passare conseguentemente più innanzi si fecero proporre quelli parentadi di Cesi [5], de quali non sendo piaciuto il primo, come di vedova, che è la sorella del marchese di Riano [6], si venne alla nipote [7] pur con grossa dote. Di tutte due nel modo medesimo ha giurato et […]c il […] non di meno subito ha ridetto la proposta al signor Jacopo [8], a Guastavillano [9] et Sforza [10] et Facchinetto [11], come di motivo mio per guadagnarlo, se bene io non vi ero nominato, da che conoscendosi la sua perfidia, et la cura disperata io mi son rivolto tutto da questo ad altro […]d non proposto mai prima, che è di levarli Guastavillano per dar colore alle creature del papa di levarsene anco loro con loro honore, et poter favorir me. In questo è pronto di aiutarmi il signor Jacopo, il quale perciò dirà a Guastavillano, che sendo la quiete sua in nostra mano, et havendo havuti da me tanti segni d’amorevoleza, et altri che li bisognano promettendosi da Vostra Altezza, mi ha promesso sempre di concorrere alli fini nostri, et hora che è il tempo non può, né vuole mancarne, però che havendo fondata in lui la sua speranza, et perciò desiderata la sua promotione et autorità, et vedendo hora con quanto poca prudenza San Sisto va a traverso, desidera che lui lo lassi, et sotto di sé pigli quella parte delle creature che vorranno adherire, mostrandoli che oltra l’assicurar lui, acquisterà autorità per se stesso //c. 97v// né però mancarà ad alcun debito, poiché fra lui et San Sisto non vi è debito alcuno, In questa forma consigliato procederà, la quale stamane ho comunicata con Salviati [12], con Deza [13] et con Riario [14], ciascuno de quali sendo alienissimo da Farnese per sé, et perciò desiderando colore alla separatione, l’ha approvata, et ho perciò convenuto con essi, che per tanto maggiormente muovere Guastavillano, quanto più pronto vederà il seguito senza fatica sua, ciascuno di loro li parli, Salviati con ricordare l’interesse con noi, et il desiderio di mostrarsi grato a loro dirà non poter complir […]e San Sisto che vuol Farnese apertamente impugnato da noi, et per giustissime cagioni et per ciò preg[arlo] di remediare, che la imprudenza di lui non lo sforzi a […]f poiché far contra di noi vede di non poterlo né doverlo, et che si risolva Guastavillano di ritirar con me, […]g che lo possa seguitare come farà, non ponendo egli differenza dall’uno all’altro di loro nipoti, massimamente che questo anco vede assai conforme alla mente del signor Jacopo. Conforme offitio farà Riario, che pretende amore et parentela con noi, co’l qual respetto gli persuado, se ben ciascuno di loro hanno cagioni particolari. Deza come è resolutissimo di non andar in Farnese, così dirà in conformità a Guastavillano, mostrandoli che la conscienza interamente li proibisce d’andare in Farnese, et l’affetione lo persuade di volere essere con me alla esclusione et anco ad altro. Et questi tre mi hanno promesso, et al primo congresso faranno offitio gagliardo che confonderà Guastavillano, oltra quali muoverò, come habbiamo resoluto, Spinola [15], Gonzaga [16], et (poiché Este [17] mi favorisce quanto voglio) //c. 98r// Canano [18], et alla venuta di Fiorenza [19], farò che faccia il medesimo egli ancora, et spero che Altemps [20] lo farà pur fare a Cremona [21] et Lancilotto [22], come già mi ha promesso d’adoprarsene. Questo scompiglio che sbranca tanta parte delle creature, giunto all’instanza del signor Jacopo, non è dubio che separerà Guastavillano, sì che egli seguendo l’autorità et volontà di tanto numero vorrà più tosto […]h ma con apparenza di potente a far quello che ciascuno stima di servitio di Dio et della Chiesa che […]i far male, poiché bene potrà anco considerare che sono tali tristi da […]j succeda se non vorrà egli farseli capo. Questi dì passati ho solamente trattato con cardinali in publico, ma stamane havendo scoperto la perfidia suddetta, mi son volto tutto a questi altri termini et seguitarò con speranza di ridur San Sisto a termine di non stimarli […]k, sarà del signor Jacopo, et Mondovì [23] […]l alle parole fra noi, non dovrà […]m in contrario, et solo gli restaranno Facchinetto et Sforza con quali disegno di parlare in modo, che se pur quello voglia andar in Farnese, sappia dovere haver me sempre contrario, et Sforza intenda, che io so dove duole a lui et casa sua, et che non fuggirò di aiutare contra di loro come per rispetto delli zii, ho fatto più volte, se non soporta egli più modestamente, et si mostra più grato di tanto che gode di casa nostra, et di tanti honori, che vi ha ricevuti. La sola esclusione di Farnese si mostra per hora, riserbandosi a scoprir più oltre quando Guastavillano stia separato, che è il passo principale, al quale conseguiranno le altre cose. Este mi disse nel particolare di Cesisn quel che scrissi //c. 98v// et non voglio dubitare che lo complirebbe, se io gliene facessi instanza, ma perché debbo credere che anco gli piacerà farsene grado più immediato con Vostra Altezza, habbiamo pensato che sia per riuscir più utile et sicuro, poiché si tratta in certo modo d’interesse di [fattioni] per le cose de Peppoli [24], et potria puntare molto in contrario San Sisto del quale egli fa qualche conto che Vostra Altezza gli scriva una lettera di suo pugno per la quale lo pregha […]o cercar […]p di favorir Cesisq et fare quanto può per […]r saria per [mo]starsene grato per se stesso, vedrà Vostra Altezza anco che, […]s d’haver a libera dispositione di Sua Signoria Illustrissima per sé et per ogni suo interesse et in sua casa […]t et autorità che […]u per la sua assuntione. Questa lettera […]v con corriere acciò che arrivi davanti l’entrata del Conclave […]w scrivere […]x per le […]y certo, et creda che […]z stare non in modo […]aa bisogno di San Sistobb ma sbestiarlo. Fin […]cc con pensiero di spedire, ma poi mi ritenni per chiarir meglio stamane […]dd et uniti li nipotiee per opera di Facchinettoff […]gg con il Camarlingohh [25], con il quale era il signor Jacopoii, et tutte due dolendosi che San Sisto jj si fosse resoluto in Farnesekk lo pregammo a separarsi se perseverava, et rivolgersi a Altempsll co’l seguito che gli havevamo preparato. Al disunire non l’habbiamo trovato facile, ma se bene ci ha promesso non con parole specifiche di non andar in Farnesemm, ma con altre che importano il medesimo, havendo detto che è servitore di casa nostra, et che né in questo né in altro farà cosa che si creda poterci pregiudicare, //c. 99r// et che lo farà tanto più per amor del signor Ducann che mostrava più affetto di me di distornelo,oo convenne di parlare con San Sistopp per veder di ritirarlo a non fare cosa che concordemente non piacesse a tutt’e tre, ma di unirsi con Altempsqq et Esterr, li quali sariano per fare una delle sue creature, il che se saria d’honore, et per fermarlo tanto più, dirli che era necessario che lo promettesse egli, se ne contentava, havevamo l’intento, se no, l’havevorno in ogni modo, poi che hora o poi che […]ss, verrebbe egli, parendogli che haria honesta cagione di separarsi. Et questo trattarà domane il signor Jacopo ci è infervoratissimo, sì che ha concluso con me mentre il Camarlingo stava […]tt, che se loro avanti l’entrare non si risolveranno di concorrer come di sopra, pregar tutti gli altri, et di [...]uu Farnesevv nimico et di venir con noi, et ne son certificato che dice et fa da dovero. Però seguito questa traccia, et intanto spingo i cardinali loro a fare l’offitio et protesto già detto di non volere esser con San Sistoww contra il servitio nostro. Ma intanto nasce il pensiero di provedere in altra forma più sicuramente all’esclusione di Farnese, et a quella (che vedo meno sicura) di Savello, et è che Altemps, Alessandrino [26], Este et ioxx già concordi ci ristringiamo a fare una inclusione, cio a che li due primi nominino due o più delle loro creature, et tutti ci risolviamo in uno, quale stimaremo di più servitore di Dio; et di più gusto nostro, nel quale ci fermiamo conspirati, non movendoci per qualsivoglia altra pratica. A questo attenderò domane, et mi pare il meglio, per che se bene le creature sono delli suddetti, nondimeno la resolutione sarà la nostra. Saremo tanti che haremo l’esclusione d’ogn’altro certissima, et che con guadagno di quattro o cinque //c.99v// al più concluderemo a nostro modo. Questa forma non è contentiosa, non è ingiuriosa ad alcuno, fa il benefitio più evidente, et spero anco che nell’esecutione riuscirà assai facile, perché già habbiamo calculato, et se prima non ci riuscisse il fatto con il guadagno di questi nipotiyy ci riuscirà con la venuta di Franzesizz con dissuadere alcuno de vecchi, et quasi Farneseaaa istesso con offerirli di aiutare lui, se prima concorra in quel particolare con noi. In questa discussione dubito che in Cesibbb si trovaranno troppe difficultà, et già al nipote l’ho detto in modo, et anco accennato a lui, che non li parerà strano, poiché […]ccc non lasso di fare quanto posso, al qual medesimo effetto sarà bene che Vostra Altezza mandi la lettera […]ddd per Esteeee in ogni modo, acciò che veda non essersi lassato di far il possibile fino all’ultimo. Qui siamo, et se pur nel fermare o esequire il modo […]fff anco habbiamo pensato pur con l’unione altro riparo contra gl’impeti una volta intrati della adoratione, sì che non siamo fatti correre dalla deboleza d’alcuni de nostri, con porre ordini buoni, o con buttare a Castagnaggg o altro simile, ma nel concerto suddetto spero più, et lo trattarò con ogni diligenza, et come di qua non lo saprà faredi noi se non chi lo scrive, così stimo necessario il secreto in ogni loco. Scriva Vostra Altezza lettere non communi a Guastavillano, Riario et Deza, et parli a chi passa come ho ricordato, et di gratia con sue lettere mi dica qualche cosa, almeno per chiarirmi se ha mai havuto li avvisi con tante mie, et sopra tutto proveda di qualche aiuto, perché questo ci darà più credito, et ci cavarà di molti dubii. A modo alcuno non lassi di mandarmi la lettera, che non //c.100r// habbia replica né escettione da mostrar al cardinale di Fiorenza [27]hhh per le cose di Montalto [28]iii, perché non vorrei non haverlo pronto et resoluto, ma renitente se occorresse velersene, come potrà essere facilmente. Et sendo quanto mi accade per questa ridotta pur anco alli xvj, le bacio la mano.
Di Roma li xvj detto d’Aprile 1585.
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